Il rivelatore orecchio per catturare il “suono” dei neutrini
Una vera rivoluzione scientifica. I ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca stanno costruendo rivelatori per la fisica dei neutrini utilizzando nuovi materiali superconduttivi molto sensibili alle basse temperature che “risuonano” al passaggio delle particelle. Li possiamo immaginare come minuscole canne d’organo capaci di modificare il loro “suono” caratteristico quando transitano le particelle. Si tratta di un’enorme progresso perchè, in questo modo, si potrà misurare l’energia dei neutrini emessi dai nuclei con precisioni estreme, meglio di una parte su mille, e con grande velocità. Precisione e velocità che anche i rivelatori più avanzati utilizzati oggi negli esperimenti di fisica del neutrino (di tipo termico) non riescono ad ottenere.
«Nello sviluppo di questi rivelatori – spiega Angelo Nucciotti, ricercatore di fisica nucleare e coordinatore del progetto - è riposta la speranza di rispondere ad alcune domande fondamentali per la comprensione dell’universo. In particolare, quale sia l’esatta massa del neutrino e se il neutrino e l’anti-neutrino siano o meno la stessa particella».
Le altre potenziali applicazioni di questi dispositivi sono nella misura del fondo cosmico a microonde, nell’astronomia millimetrica, nell’analisi dei materiali a raggi X e persino nell’imaging biomedico nel terahertz. Nel team di ricerca della Bicocca è stato ingaggiato come Visiting Professor anche Peter K. Day, una vera autorità internazionale nel campo dei rivelatori a micro-onde, attivo al Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA di Pasadena dove sviluppa questi dispositivi per applicazioni di astrofisica come telescopi a infrarossi.
Il progetto “Sviluppo di rivelatori a micro risonatore per la fisica del neutrino”, di durata triennale, è stato sostenuto da Fondazione Cariplo con 400 mila euro, su una spesa totale di 571 mila euro.