Cariplo ai piedi del podio nel giorno speciale di S. Vittore

A volte la ricetta della felicità è davvero semplice: un pallone, un campo in erba sintetica e qualcuno che ti aiuta a farlo rotolare fino a gonfiare la rete; è la magia che solo lo sport sa creare. Questa volta l’incantesimo è avvenuto sul piccolo rettangolo verde di S. Vittore racchiuso - è proprio il caso di dirlo - tra le mura della casa circondariale, rendendolo luogo traboccante di un entusiasmo che nulla aveva da invidiare a palcoscenici ben più famosi.

Sono quattro le formazioni a darsi battaglia per la conquista del primo quadrangolare Pier Mario Vello in una fredda e piovosa giornata milanese: Gazzetta dello Sport (organizzatore dell’evento attraverso la Fondazione Candido Cannavò), St.Victory Boys (squadra dei detenuti), Fiamme Azzurre (squadra delle guardie carcerarie) e Fondazione Cariplo. Per quest’ultima oggi in tenuta bianca, formazione ridotta ai minimi termini con soli sei effettivi a referto: Bolis, Borgonovo, De Francesco, Rubini, Russo e Savy. Scelte tattiche ridotti all’osso e un obiettivo principale: prima non prenderle e ad ogni modo… il quarto posto è ampiamente alla nostra portata!

Dopo le prime fasi di riscaldamento, l’arbitro convoca i quattro capitani per qualche ragguaglio sulle regolamentare e per concordare la durata dei tempi di gioco. Ad aprire le danze sono i bianchi cariplini, identificati nel tabellone preparato degli organizzatori del torneo come… “BANCA“ (definizione che non poteva non far storcere il naso al responsabile comunicazione della fondazione meneghina). A contendere i primi tre punti messi in palio la squadra delle Fiamme Azzurre; che per una delle due squadre padrone di casa la competizione sia particolarmente sentita lo si capisce fin da i primi scampoli di gioco: i nostri vengono travolti da un ondata di tre reti nei primi 5 minuti, nonostante il buon Russo – peraltro privo di guanti da portiere - cerchi disperatamente fra i pali di salvare il salvabile.

Smaltito lo shock iniziale dovuto soprattutto (e sicuramente) al lungo periodo di inattività calcistica dell’intera formazione, eccezion fatta per il Capitano De Francesco e per Russo, gli ospiti lentamente iniziano a trovare meccanismi, movimenti, spazi e tempi affacciandosi più volte in zona gol. Nonostante il pesante passivo, nel secondo tempo la partita diventa molto più godibile ed equilibrata e il gol di Savy sembra addirittura creare i presupposti per una flebile speranza di rimonta… subito spazzata via dal quarto gol degli avversari che chiude definitivamente i conti sul 4-1.

Dopo la prima fatica di giornata la Fondazione si accomoda in tribuna ad osservare la facile vittoria St.Victory Boys contro la Rosa. La bravura dei detenuti preoccupa e non poco; il più ma preoccupato sembra essere Russo che, già dolorante per un pestone ad un piede, osserva terrorizzato la potenza dei siluri sganciati da lontano dai giocatori del St. Victory… fallito il tentativo di raccattare all’ultimo una corazza di protezione, il nostro impavido n. 1 riesce ad ottenere almeno un paio di guanti in prestito.

Nemmeno il tempo di poter terminare i commenti sugli avversari appena vittoriosi (e su quanto male si prevede possano fare ad avversari che potremmo definire… non in una condizione fisica eccelsa…) che i fondazionari sono nuovamente in campo. Ad attenderli ci sono le maglie rosa della Gazza nazionale. Ancora una volta sono i primi minuti ad indirizzare l’esito del match. Pronti via e i bianchi sono sotto di 3 reti. L’ottima prestazione di un claudicante Russo permette alla Fondazione di concludere il primo tempo con un passivo peggiore. Come nel match precedente, il secondo tempo trasforma i nostri portacolori che, complice anche qualche aggiustamento tattico, producono uno sforzo insperato e, prima con Rubini poi con De Francesco riducono lo svantaggio ad un solo gol… sembra il preludio al pareggio… e invece, come nella prima partita, sono gli avversari a scrivere i titoli di coda a caratteri cubitali finalizzando altre tre volte, seppur intervallate da un palo colpito da Savy, per il 6-2 finale.

Velocemente vincitori e vinti sono costretti a sgombrare il campo… è arrivato il momento del derby. Confermando il ruolo di favorite, le due squadre casalinghe si ritrovano allo scontro decisivo (a detta di tutti anche per le sorti del torneo) da imbattute e con una vittoria a testa. Si dice sempre, il derby non è mai una partita come le altre, ma questa volta questo concetto raggiunge significati ancora maggiori. In un clima bollente ma sempre corretto, le due formazioni si affrontano senza esclusioni di colpi e nemmeno i tempi regolamentari sono in grado di individuare un vincitore: al triplice fischio è 2-2. Come concordato con l’arbitro, sarà la lotteria dei rigori a decretare le sorti del match: i primi 6 rigori (obbligatori)  trovano sempre il fondo della rete. E’ l’estremo difensore del St. Victory a spezzare gli equilibri: rigore respinto e possibilità di chiudere i giochi per i Boys. Occasione sfruttata immediatamente con la trasformazione dell’ultimo rigorista che fa definitivamente esplodere l’entusiasmo in campo e fra gli spalti: 3-2.

Gli sconfitti hanno subito la possibilità di rifarsi immediatamente contro la Gazzetta, ma la Rosa, spinta da un pubblico casalingo che sente odore di impresa e ormai carburata negli schemi e negli uomini stupisce tutti e infligge la seconda sconfitta alle Fiamme Azzurre, andando a prendersi un secondo posto sorprendente fra le grida di soddisfazione e gli sfottò dei detenuti. Con la certezza di affrontare la squadra più abbordabile e l’entusiasmo di chi sente il profumo della vittoria i St. Victory Boys giocano sul velluto contro la Fondazione regalando giocate spettacolari, facendo venire il mal di testa ai bianchi ma evitando di infierire una volta segnato il 3-0. L’ultimo degli ospiti ad arrendersi è come sempre Capitan De Francesco che in una sortita offensiva fa tremare la traversa da buona posizione.

Al triplice fischio è tripudio per i detenuti che chiudono imbattuti il quadrangolare e dopo le foto di rito, con alle spalle il faccione stilizzato di Candido Cannavò, alzano al cielo la meritatissima coppa.