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La prima volta sul ring

Ramy e Khalil combattono in categorie diverse, Ramy è alto, punta al cielo, Khalil è più vicino alla terra-però oggi si allenano insieme. La palestra Boxe Island, al quartiere Isola, è casa loro, vengono qui tutti i giorni da più di un anno: «Allenarsi in una vera palestra come fanno tutti è un’esperienza nuova per loro, non è un luogo scontato per chi ha sempre frequentato solo la strada o la comunità» Daniele Brattoli, con la Cooperativa Comin e gli allenatori Mirko, Valeria, Valentina ha ideato “Incontri sul Ring”: «Abbiamo unito le nostre passioni, lo sport e il sociale, e provato a usare la boxe come strumento educativo». La storia della boxe è una lunga storia di riscatti, ma ogni riscatto è una storia a sé, quella di Khalil è quella di un ragazzo che ha trovato la pace: «Prima mi arrabbiavo per ogni parola che mi dicevano. Sentivo questa rabbia dentro di me, non lo so spiegarti perché: la boxe mi ha calmato fisicamente e mentalmente. Adesso sto bene, ho smesso anche di fumare per fare sport». Mancano poche settimane al primo match di Khalil, il suo maestro ha dato finalmente l’ok: «Conto i giorni, ho aspettato questo momento per tutto l’anno».

Ramy deve attendere ancora un po’, non ha compiuto 18 anni, ha il corpo e la voce di un uomo e l’urgenza di un bambino che vuole parlare di sé: «Vengo da un piccolo paese nel sud dell’Egitto. Quando ho compiuto 12 anni ho iniziato a pregare mio padre di lasciarmi andare via, in Europa. Ma lui non voleva: sono scappato di casa a 13 anni, di notte. Sapevo che nel mio paese c’erano persone che ti facevano partire e sono andato da loro di nascosto da mio padre». Il suo viaggio verso l’Italia è quello di tanti migranti come lui, nelle mani di gente senza scrupoli: un pezzo di pane da far durare tutto il giorno, il deserto da attraversare a piedi, e di corsa, il motore di un gommone che ha rischiato di tagliargli una gamba, un barcone troppo affollato, un piccolo, prezioso, gruzzolo avvolto nella plastica perché non si bagni, la notte per nascondersi e le luci forti dei motoscafi della capitaneria. Solo che Ramy in quel viaggio aveva solo 13 anni, l’età in cui ancora qualche volta si affonda nell’abbraccio della mamma, senza farsi vedere. Il suo viaggio si è fermato a Milano, da allora vive in comunità. Non ti manca la tua famiglia, Ramy? «Tornerò a salutarli quando mi sarò sistemato con la scuola e il lavoro». La nostalgia si sfoga nei pugni, scivola via nel sudore. Ramy e Khalil studiano per diventare meccanici, ma quello è il Piano B: «Voglio diventare una leggenda della boxe» dichiara Ramy: «so che dovrò allenarmi duramente ma la fatica non mi spaventa, fatico da quando ho sette anni. Se vuoi una cosa veramente, accade. E se non accade, io ci avrò provato». L’allenamento è finito, si allontana correndo per prendere l’autobus, nelle cuffie ascolta una canzone di Tupac, ucciso a 25 anni all’uscita di un incontro tra Mike Tyson e Bruce Seldon: Dear mama don’t you know I love you.

Incontri sul Ring è un progetto dedicato ad adolescenti e giovani in situazione di difficoltà personale e/o fragilità sociale, seguiti dai Servizi Sociali del Comune. È sostenuto dal Bando Sport: occasione per crescere di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia che promuove lo sport come strumento di inclusione e integrazione sociale, di superamento del disagio e di valorizzazione del benessere psico-fisico personale.

Le foto di questa gallery sono state scattate da Fedele, Antonio, Aquil e sono in mostra alle Gallerie d'Italia - Piazza Scala. Clicca qui per altre info > bit.ly/13storiedallastrada #riscatti

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