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6 anni di QuBì: le storie

QuBì - La ricetta contro la povertà infantile, modello di welfare innovativo promosso dal 2017 da Fondazione Cariplo insieme a Fondazione Peppino Vismara, Intesa Sanpaolo, Fondazione Fiera Milano, Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi e Fondazione Snam e realizzato in collaborazione con il Comune di Milano e oltre 500 organizzazioni del terzo settore cittadino, oggi diventa una politica della città.  

Quasi 27 mln di euro di risorse complessive sono state messe in campo per la realizzazione di azioni di contrasto della povertà minorile. Grazie alla collaborazione con il Comune di Milano, è stato possibile passare dalle stime ai dati e fotografare, per la prima volta, la povertà minorile e la sua incidenza nei diversi municipi e quartieri. L’analisi realizzata consegnava l’immagine di una città in cui i contributi pubblici di sostegno al reddito avevano raggiunto 19.181 nuclei famigliari, corrispondenti a 54.493 individui. Le famiglie con minori raggiunte erano 9.433, per un totale di 19.703 bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Ma il dato non teneva conto di quelle famiglie che non richiedevano le misure di sostegno al reddito per via della mancanza dei requisiti di accesso o perché, più semplicemente, non ne erano a conoscenza o non erano in grado di presentare domanda. Con l’obiettivo di poter raggiungere le famiglie non intercettate, era necessario lavorare a stretto contatto con la parte di città che quelle famiglie le conosceva, con operatrici e operatori, volontari e assistenti sociali che ogni giorno le incontravano nei quartieri, nei cortili, nelle sedi delle proprie organizzazioni e negli spazi di distribuzione delle derrate alimentari.

I racconti 

"Non facevo mai i compiti"

Ho 8 anni e vado a scuola. Vivo con i miei genitori in una casa dove, quando piove, piove veramente, anche sul letto, in cucina… ma quando non piove è carina. Quest’anno a scuola è andata bene e mi sono divertito con i miei amici. Ma prima di Natale che ad un certo punto la mia maestra è andata a parlare con i miei genitori perché io il pomeriggio non facevo mai i compiti e stavo sempre con loro alla bancarella, nella piazza davanti alla metropolitana dove loro lavorano. Non andavo bene a scuola e la maestra si arrabbiava, mamma e papà pure, ognuno nella sua lingua e io non riuscivo mai a dire che i compiti avrei voluto farli ma.. un po’ erano difficili perché non capisco proprio tutto e poi con mamma e papà non trovavo mai spazi e momenti dove farli. Invece, dopo che la maestra ha parlato con loro, è arrivata una ragazza che lavora nell’associazione e io vado lì a fare i compiti, tutti i pomeriggi.

Ora son contento, perché non si arrabbiano più. E mica è finita qui! Da quando l’educatrice ha parlato con mamma e papà, anche la mamma va ad un corso di italiano e capisce molto di più di prima; io d’estate vado a fare un campus estivo nel parco più bello della città e la cosa più bella che mi è capitata è stata festeggiare il mio compleanno, con una festa vera e non solo a casa con mamma e papà e gli zii come ho sempre fatto. Quest’anno c’era una vera e propria festa, con palloncini, torta e anche il mago! Era quello che sognavo da sempre: invitare i miei amici di scuola, quelli del doposcuola e soffiare le candeline mentre tutti cantavano.

"L'armadio è il mio rifugio"

Mi chiamo Kevin e vivo a Milano, in un quartiere bellissimo: in casa siamo mio papà, mia mamma, mia sorella più grande che si chiama Miriam e la mia sorellina più piccola che ha tre anni. La nostra casa è piccola e molto bella, dove c’è un armadio che quando voglio stare solo, mi metto lì. Dentro c’è una valigia, un sacchetto con dei vestiti, dei cassetti. Sopra c’è una mensolina dove ho messo un drago, dei personaggi di Dragonball, dei libri. Io apro l’armadio e mi nascondo dentro: accendo la lucina leggo libri, gioco e faccio altre cose.

Quando è arrivato il Covid, mio papà non è più andato a lavorare e stavamo tutti a casa. La mamma era incinta ed è l’unica che è uscita perché un giorno è stata male ed è andata in ospedale: quando è tornata, il dottore le ha detto che doveva mangiare di più e allora il mio papà ha chiamato l’assistente sociale che conosceva, che già l’aveva aiutato a fare i documenti e l’abbiamo incontrata qui nella piazza vicino, tutti con le mascherine. Da lì è iniziato un periodo bello perché intanto, ad un certo punto, si poteva uscire e allora andavamo in parrocchia a prendere le cose da mangiare e c’era tutto! C’erano le merendine, il riso, le uova.. anche il latte, che mi piace tanto. Poi è nata Veronica, mia sorella, che ha il nome della signora che ci ha aiutati. Da quando abbiamo incontrato Veronica (quella grande, non mia sorella) il mio papà va a lavorare e io vado a giocare a calcio e ci hanno dato anche un computer e le cose per la scuola, così adesso anche i miei compagni di scuola non mi prendono più in giro che non ho le penne e i libri.

"Una festa proprio come la sognavo!"

Mi chiamo Giulio e vivo a Milano con la mia mamma e mia sorella che ha 5 anni: papà non vive più con noi e io me lo ricordo poco perché è andato via quando ero piccolo. La nostra casa è bella anche se con un po’ di problemi, tipo l’ascensore non funziona da tanto tempo e poi non abbiamo il forno o la televisione grande come ce l’hanno i miei amici, ma a me piace vivere lì. Prima non avevamo tante cose da mangiare e allora la mamma del mio amico di scuola ci ha accompagnato in un centro: lì ci davano le cose da mangiare, che io così tante non le avevo mai viste, forse solo quando ero piccolo piccolo, e ogni tanto ci sono i succhi, le cose dolci e la pasta. Nel centro abbiamo incontrato delle persone simpatiche: lì vai e ogni tanto fanno lo spettacolo per i bambini – come a Natale – e d’estate, quando fa caldo, fanno il cinema la sera in piazza. Facciamo i compiti, giochiamo e incontro tutti i miei amici. Adesso non andiamo più a prendere tante cose da mangiare, solo ogni tanto se ci serve qualcosa perché la mia mamma la mattina ora lavora e va ad aiutare una signora.

Prima la mamma c’era sempre a casa e invece adesso c’è poco ma è mooolto più felice e sorride: poi io sono più grande e vado a fare i compiti al centro e aiuto anche la mamma con la mia sorellina e a fare le cose in casa. La cosa più bella che è successa al centro quest’anno è che quando ho fatto 9 anni abbiamo fatto una festa, bellissima! Con la torta, i regali e il mago... che una festa così era proprio come la sognavo, ma ancora non era mai capitato.


Il magazine Vita ha pubblicato un volume in cui racconta i 6 anni di sviluppo di QuBì - La ricetta contro la povertà infantile. Oltre che restituire i numeri dell’impatto positivo prodotto dalle diverse azioni realizzate, lavpubblicazione - anche attraverso le voci e le esperienze dirette di tanti dei protagonisti che hanno partecipato al Programma - vuole trasferire gli “ingredienti fondamentali” che hanno reso possibile ed efficace un modello di intervento innovativo. 
Uno schema di rete e di attivazione territoriale che nel corso del tempo è stato in grado di porre le basi per la costituzione di una inedita infrastruttura di welfare di prossimità che costituisce il lascito più interessante di questa esperienza. 

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