Il Borgo di Sabbioneta
Il 28 settembre, negli spazi di InParadiso Art Gallery, Fondazione Cariplo, presenta il simposio dedicato al Patrimonio Culturale e alle Aree Interne. L’appuntamento è inserito nel palinsesto di incontri promossi dal Concilio Europeo dell’Arte nell’ambito del progetto Borghi of Italy – #NO(F)EARTHQUAKE, iniziativa collaterale alla 16ˆ Biennale di Architettura di Venezia.
Ci avviciniamo all’appuntamento anticipando alcuni dei temi trattati nella giornata, che vuole essere l’occasione per Fondazione Cariplo di condividere la propria visione per la cura, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e per la riattivazione delle aree marginali.
Sul fronte della conservazione del Patrimonio Culturale, una delle sessioni in programma è relativa alle buone pratiche di prevenzione e valorizzazione del patrimonio culturale e prevede la presentazione di case history realizzate in alcuni borghi lombardi.
Raffaella Argenti, Responsabile Area Tecnica, Manutentiva e Tutela del Territorio del Comune di Sabbioneta e l’Ing. Paolo Toregiani intervengono ai lavori della giornata portando in esame il caso del borgo di Sabbioneta:
“Da Teatro all’Antica alla gestione del rischio nella città ideale”
L’UNESCO richiede di garantire nel tempo la tutela e la conservazione del patrimonio, per mantenere vivi i motivi di eccezionalità che ne hanno consentito il riconoscimento come Patrimonio Mondiale nell’anno 2008. Nel caso specifico Sabbioneta, città ideale ideata dal Duca Vespasiano Gonzaga, rappresenta una testimonianza di eccezionale realizzazione urbana, architettonica e artistica di città ideale. Si tratta di preservare un particolare centro storico realizzato “a misura d’uomo”, nella quale si rapportano, in piccola scala, edifici monumentali, civili e religiosi i quali convivono tra di loro in un sottile rapporto dialettico. Questo necessariamente comporta il dovere affrontare uno dei temi fondamentali con i quali la società italiana odierna è chiamata a confrontarsi, vale a dire “recuperare e conservare” lo straordinario patrimonio di immobili storici che costituiscono la preziosa eredità della nostra storia, ovvero reimmettere monumenti e manufatti nell’ambito della vita collettiva, restituendoli ai cittadini, sottraendoli al progressivo e naturale degrado del tempo, nel tentativo di interrompere colpevoli devastazioni. Il “gioiello” del Duca è divenuto modello di intervento negli interventi di gestione del rischio, in continuo antagonismo tra l’inestimabile valore dei suoi beni, che si confronta con l’insufficienza dei fondi e dei mezzi di cui dispone un piccolo comune immerso in un paesaggio prevalentemente rurale.