Affido culturale: l’accesso alla cultura per i bambini più fragili
Affido Culturale è un progetto di contrasto alla povertà educativa ad oggi presente, a livello nazionale, a Bari, Napoli, Roma, Modena, Teramo, Cagliari, Arezzo e Milano. L’associazione Mitades, che lavora da oltre 12 anni in ambito educativo e sociale, grazie a un contributo del Municipio 8 – Comune di Milano, nel 2021 ha avviato Affido Culturale anche a Milano. Dal 2022 il progetto è proseguito grazie al contributo di Fondazione Cariplo con il bando Alla Scoperta della Cultura, con gli enti Mitades APS, Zerodiciotto APS, Fondazione Somaschi, Mamme a Scuola ETS, La Cordata Coop, Ass. IBVA.
Ci racconta il progetto e l’esperienza milanese Silvia Baldini, pedagogista esperta in salute e welfare culturale, responsabile del progetto Affido Culturale a Milano.
In cosa consiste esattamente l’Affido Culturale?
Affido Culturale è un’idea piuttosto semplice nata a Napoli dalla mente di Ivan Esposito: si tratta di favorire l’accesso alla cultura da parte di minori e famiglie abbinando tra loro famiglie più abituate e famiglie meno abituate a fruire di arte. L’affidarsi alla cultura (ecco spiegato il termine “Affido” cui fa riferimento il nome del progetto) come occasione di incontro e conoscenza tra persone e come elemento necessario per il benessere e la salute a cui spesso molte persone non riescono ad accedere per diversi motivi. Tra questi, anche contesti di povertà educativa, materiale ed economica che privano di importanti esperienze di crescita e benessere molte persone ed in particolare i più piccoli. È ai più fragili che Affido Culturale si rivolge in ottica di welfare culturale: garantire l’accesso alla cultura a tutti per promuovere il benessere la salute delle persone anche attraverso le arti. Ormai sempre più ricerche scientifiche dimostrano l’effetto benefico delle varie forme d’arte sulla salute della persona e dunque nella tutela delle persone, in particolare delle più fragili come i minori, va inserita anche la possibilità di accedere ad esse.
In che modo siete riusciti a far conoscere il progetto a Milano e come siete riusciti a coinvolgere e sensibilizzare le famiglie?
Nel marzo 2021 il progetto nazionale, sviluppato con il contributo di Con i Bambini, fece un’azione di disseminazione per far conoscere il progetto Affido Culturale. Ce ne innamorammo subito e con convinzione cercammo subito strade per attivarlo anche come Mitades. Milano fu la 5a città ad attivare Affido Culturale; nel tempo si sono raggiunte 11 città attive. Nel novembre 2021 Mitades fece partire a Milano partì un piccolissimo progetto “pilota” grazie a un contributo del Municipio 8: coinvolgemmo circa 10 coppie di famiglie in attività artistico-culturali varie per un periodo di circa 6 mesi e testammo il funzionamento del progetto sul territorio milanese. Fummo entusiasti dell’esito e quando si presentò l’occasione del bando “Alla scoperta della cultura” di Fondazione Cariplo decidemmo di partecipare al bando allargando sia la platea di beneficiari del progetto sia i quartieri coinvolti attraverso altri partner ETS.
Dal settembre 2022 è dunque partito il progetto “Affido Culturale Milano_Alla scoperta della cultura” che terminerà ad agosto 2024 e che, con Mitades capofila, ha coinvolto altri 4 partner, circa 100 nuclei famigliari (50 coppie di famiglie abbinate tra loro), ha visto il coinvolgimento di 37 enti culturali milanesi e il sostegno della Fondazione KPMG Italia, del Municipio 8 di Milano e di alcuni privati cittadini.
Le famiglie che abbiamo coinvolto sono famiglie che ciascun ETS partner conosce già perché già lavora con loro in altri progetti o contesti. Tutti i partner sono infatti attivi in progetti e servizi alla persona che coinvolgono minori e famiglie in contesti di fragilità ed è a loro che abbiamo rivolto innanzitutto il progetto. Si tratta di famiglie con almeno un minore di età compresa tra i 6 e gli 11 anni e che non sono abituate ad andare a teatro, al museo, al cinema o altro. Queste famiglie, per coerenza col titolo del progetto, le abbiamo denominate “affidate”. Le famiglie che invece già frequentano più abitualmente luoghi d’arte e cultura anche coi loro figli sono le “affidatarie”. Queste si sono coinvolte nel progetto o perché conoscevano uno degli ETS partner o perché sono venute a conoscenza del progetto. È stato tanto l’interesse dei milanesi verso il progetto: dopo un articolo di “La Repubblica” uscito nel febbraio 2022 molte persone ci hanno scritto per partecipare e sono rimaste attive con noi valore e la volontà di fare insieme tra famiglie delle attività legate alla cultura condividendo, oltre la bellezza di accedere alle arti, anche il desiderio di conoscersi tra persone. A inizio progetto a ciascuna famiglia sono stati offerti momenti collettivi e individuali per approfondire il progetto sia nelle sue modalità operative sia nei suoi contenuti. Anche ai bambini abbiamo spiegato cosa avremmo fatto e loro si sono da subito dimostrati i più attivi e desiderosi di accedere alle opportunità offerte dal progetto.
Qual è stato il contesto territoriale di riferimento e le caratteristiche dei destinatari coinvolti?
Il territorio su cui il progetto si è svolto è l’intera città di Milano: tra i 37 enti culturali aderenti ci sono tutti i musei civici, teatri rinomati del centro città e piccole realtà teatrali e artistiche dei quartieri più periferici, grandi realtà e piccole associazioni. Le famiglie provengono da diversi quartieri e zone della città in particolare dal Municipio 8 (Gallaratese e Villapizzone), dal Municipio 6 e dal Municipio 1 che corrispondono ai territori in cui gli ETS partner sono più attivi.
Le famiglie coinvolte sono appunto per lo più famiglie con almeno un minore dai 6 agli 11 anni (in questa seconda edizione del progetto abbiamo privilegiato famiglie, affidate e affidatarie, con minori di questa età), ma non sono mancate anche persone single, senza figli o con figli già grandi. Le famiglie sono di diversa nazionalità: italiana, nord africana, sud americana per lo più.
Poco meno della metà delle donne/madri delle sole famiglie affidate che partecipano al progetto sono disoccupate. Circa 1/3 delle famiglie partecipanti sono nuclei monogenitoriali. Il 55% delle famiglie affidate partecipanti ha 1 figlio; il 25% ha 2 figli e il restante 20% dei nuclei coinvolti hanno almeno 3 figli.
Come avete selezionato e coinvolto gli enti culturali? Quali sono gli spazi culturali che hanno aderito con maggiore slancio?
Gli enti culturali aderenti sono enti di diverso tipo (pubblico, privato; di grandi, piccole, medie dimensioni; ecc). La richiesta a loro è che avessero nella loro programmazione iniziative e spettacoli adatti alla fascia di età 6/11 anni e che accettassero di usare la app di progetto (sviluppata dal progetto “madre” e usata anche dal progetto milanese) per caricare e promuovere anche tra le famiglie di Affido Culturale Milano gli eventi che avevano già in programma. A nessun ente è stata chiesta una programmazione “speciale” per noi, né di riservarci posti: si trattava solo di promuovere i loro eventi anche nella nostra app e dunque nella nostra “rete” di famiglie che ogni partner ha curato e accompagnato con cura durante tutte le fasi del progetto. Questo è risultato uno degli elementi clou del progetto: per quanto le famiglie si organizzassero autonomamente tra coppie per fare le uscite che volevano quando volevano, il lavoro degli operatori coinvolti nel progetto è stato necessario per “animare” l’attività di gruppi e social di progetto che permettevano a tutti di restare aggiornati sugli eventi tra cui scegliere. Tutti gli enti si sono attivati molto positivamente. QUI L'ELENCO.
Come siete riusciti a gestire e coordinare l’incontro tra famiglie affidate e affidatarie? Quante famiglie siete riusciti a coinvolgere ad oggi?
Le famiglie sono state coinvolte in alcuni incontri formativi e informativi iniziali, in alcune uscite collettive e sono stati organizzati incontri ad hoc dove far conoscere tra loro le coppie di famiglie. In questo incontro di “abbinamento” Mitades ha creato un kit per un’iniziale conoscenza reciproca tra famiglie attraverso l’utilizzo di immagini e alcune domande guida oltre che la lettura di un libro con i bambini, anch’essi soggetti attivi di questi incontri. Le famiglie coinvolte in tutto da questa edizione del progetto sono 101 e le coppie di famiglie effettivamente abbinate sono state 45.
Ci racconta una delle tante esperienze belle vissute e il ritorno che avete avuto dalle famiglie coinvolte?
Le esperienze delle uscite collettive, a cui tutti abbiamo partecipato – famiglie e operatori insieme, sono state molto belle sia perché abbiamo condiviso un momento, sia per l’entusiasmo e l’interesse che abbiamo riscontrato negli adulti e nei bambini coinvolti. Siamo stati al museo, al teatro di marionette e persino a vedere uno spettacolo di danza classica! Ma è meglio sentire direttamente dalle voci dei bambini com’è stata l’esperienza di Affido Culturale Milano e in tal senso vi invito ad ascoltare i 3 podcast che Shareradio ha pubblicato sul progetto.
Perché Affido Culturale è importante e quali sono le ricadute positive?
Affido Culturale è importante perché non solo dà la possibilità a molte famiglie di accedere alla cultura, ma anche perché li accompagna attraverso la relazione innanzitutto tra famiglie, tra adulti e bambini che si motivano e conoscono nel tempo, quindi anche attraverso l’accompagnamento degli operatori. Non basta dare “biglietti gratis” o “biglietti sospesi” a queste famiglie: almeno in una fase iniziale, prima che poi prendano gusto e vi accedano anche da soli, è utile far leva sulla relazione tra persone, sull’essere orientati a cosa vedere e poi farlo insieme da l’aggiunta positiva alla quale poi è difficile rinunciare. Crediamo che tutti questi siano elementi per una crescita sana di un bambino e per il benessere generale della persona che trae beneficio dalle forme artistiche a cui può accedere e dallo stare insieme agli altri.
In che modo può proseguire e come ritiene sia possibile svilupparlo ulteriormente?
Utile sarebbe che le politiche andassero sempre più anche in un’ottica di welfare culturale per offrire opportunità culturali per la salute e il benessere delle persone e in particolare dei bambini e dei ragazzi. Sarebbe bello coinvolgere in questo progetto o in uno simile enti provenienti da diversi ambiti - sociale, educativo, sanitario, culturale – e lavorare a stretto contatto con le Istituzioni per verificare l’impatto di questo tipo di progetti sulla salute. In tal senso sarebbe bello strutturare un progetto anche di ricerca che evidenzi anche scientificamente l’impatto di progetti come Affido Culturale Milano sul benessere.
ASCOLTA L'INTERVISTA A SILVIA BALDINI SU RADIO NUMBER ONE.