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Arisla annuncia i vincitori 2019

AriSLA, Fondazione Italiana di ricerca per la SLA, nata anche per volere di Fondazione Cariplo, annuncia i progetti finanziati con il Bando 2019, per selezionare la migliore ricerca scientifica in Italia sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica, gravissima malattia neurodegenerativa che nel nostro Paese colpisce circa 6000 persone e per la quale ad oggi non esiste una cura efficace. 
Una notizia che è stata data al Convegno scientifico AriSLA “10 Anni insieme, alleanza concreta per nuove prospettive di ricerca: speranza reale per un futuro senza SLA”, che si è tenuto a Milano il 22 e il 23 novembre in cui la Fondazione ha celebrato il raggiungimento del significativo traguardo dei 10 anni di attività al fianco della ricerca.

Investimento sui progetti

Sarà di 807.000 euro l’investimento complessivo erogato da AriSLA per i sei nuovi progetti di ricerca di base e preclinica giudicati meritevoli di finanziamento dalla Commissione scientifica internazionale e riguarderà 10 gruppi di ricerca distribuiti tra Milano, Roma, Genova e Palermo. Dal 2009, infatti, AriSLA persegue con impegno la sua mission al fianco dei ricercatori, con cui nel tempo ha instaurato un’alleanza concreta che ha prodotto importanti risultati nella ricerca, con lo scopo di incidere concretamente sul decorso della malattia. Le due giornate con i ricercatori italiani ed esperti internazionali, hanno avuto l’obiettivo di illustrare lo stato dell’arte della ricerca sulla SLA e condividere i progressi compiuti dai progetti finanziati dalla Fondazione. Inoltre, hanno offerto spunti di riflessione per meglio comprendere il posizionamento della ricerca italiana in ambito internazionale ed elaborare insieme ai principali interlocutori della Fondazione le strategie future per lo sviluppo della ricerca sulla SLA, per dare al più presto risposte ai bisogni dei pazienti.

Per maggiori dettagli sui progetti finanzianti e per gli aggiornamenti sul Convegno scientifico: www.arisla.org.

I progetti vincitori  

Il progetto di ricerca ‘GPR17ALS-1’, coordinato da Marta Fumagalli del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, Università degli Studi di Milano, parte dall’osservazione che la degenerazione dei motoneuroni è strettamente associata al ridotto supporto energetico da parte degli oligodendrociti, le cellule che formano la guanina mielinica che avvolge i prolungamenti neuronali. Lo studio intende valutare l’effetto sulla progressione della malattia di alcune molecole in grado di regolare l’attività di un recettore espresso sulle cellule che sono precursori degli oligodendrociti.

(Partner: Tiziana Bonifacino, Sezione di Farmacologia e Tossicologia, Dipartimento di Farmacia, Università degli Studi di Genova. Valore del progetto 200.000 euro. Durata 36 mesi)

Lo studio ‘MUSALS-AChR’, coordinato da Caterina Bendotti dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, ha lo scopo di indagare i processi rigenerativi del muscolo scheletrico, compromessi dalla malattia, campo ancora non ben compreso nella fisiopatologia della SLA. Sarà approfondito il ruolo dei recettori nicotinici dell’acetilcolina nei meccanismi che regolano la trasmissione neuromuscolare in due modelli sperimentali di SLA che mimano le forme a rapida e lenta progressione della malattia. Il fine ultimo del progetto è di identificare potenziali marcatori prognostici e nuovi bersagli terapeutici.

(Partner: Eleonora Palma, Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia, Università Sapienza di Roma; Maurizio Inghilleri, Dipartimento di Neurologia e Psichiatria Centro Malattie Neuromuscolari Rare, Policlinico Universitario Umberto I, Università Sapienza di Roma. Valore progetto 200.000 euro. Durata 30 mesi).

Il progetto ‘TRAILER’, coordinato da Luca Muzio dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano, ha l’obiettivo di approfondire le cause che portano al mancato funzionamento nella SLA del retromero, un complesso cellulare che svolge la funzione di coordinare diversi processi necessari al riciclo delle proteine da eliminare. Saranno, inoltre, sviluppate una serie di nuove molecole in grado di recuperare la funzionalità del retromero che verranno poi testate in diversi modelli sperimentali.

(Partner: Pierfausto Seneci, Università degli Studi di Milano; Mario Milani, CNR Istituto di Biofisica, Milano. Valore progetto 230.000 euro. Durata 36 mesi).

PILOT GRANT

Lo studio ‘NKINALS’, coordinato da Stefano Garofalo del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia dell’Università Sapienza di Roma, intende approfondire il coinvolgimento delle cellule del sistema immunitario nella progressione della malattia. In particolare, studierà il ruolo funzionale delle cellule Natural Killer, la cui presenza nel sistema nervoso centrale è risultata aumentata nei pazienti con SLA e in diversi modelli murini di questa malattia, nell’influenzare lo stato di attivazione del sistema immunitario. Per la prima volta in studi sulla SLA si cercherà di verificare se queste cellule abbiano un ruolo diretto nel danneggiare il motoneurone e attivare meccanismi citotossici durante la progressione della malattia.

(Valore del progetto 57.000 euro. Durata 12 mesi)

Il progetto ‘T-A-MN ’, coordinato da Vincenzo La Bella del Laboratorio di Neurochimica, Unità di Neurologia, Dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica Avanzata dell’Università degli Studi di Palermo si pone l’obiettivo di studiare il ruolo della mutazione del gene ‘TARDBP G376D’ sulla proteina TDP-43, che ha un ruolo importante sia nella forma sporadica che in quella familiare della malattia. Per comprendere meglio l’impatto della mutazione sulla malattia, saranno effettuati studi utilizzando motoneuroni differenziati da cellule staminali pluripotenti (iPSC). La comprensione della disfunzione della proteina mutante potrà essere di grande aiuto nella comprensione della fisiopatologia della SLA.

(Valore del progetto 60.000 euro. Durata 12 mesi)

Il progetto ‘PotentiALS’, coordinato da Camilla Bernardini Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ha come scopo principale quello di sviluppare una strategia mirata a neutralizzare l’effetto dannoso della proteina SOD1, attraverso la modulazione di un RNA “non codificante” che ne regola l’espressione. Gli RNA non codificanti sono molecole di materiale genetico che non viene tradotto in proteine ma hanno la funzione di regolatori del flusso delle informazioni tradotte dal DNA in proteine. Il loro ruolo nei meccanismi fisiopatologici della neurodegenerazione sta diventando sempre più evidente e questo progetto ne studierà le implicazioni per la SLA.

(Valore del progetto 60.000 euro. Durata 12 mesi)