

Il presidente di Acri e della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti ospite a LuBec – Lucca Beni Culturali per una Lectio Magistralis sul tema: “Il ruolo della cultura per la crescita del capitale sociale delle comunità”.
C’è necessità – ha dichiarato Guzzetti - che la cultura dia un contributo importante alla crescita del capitale umano. Da sempre le Casse di Risparmio e le Fondazioni hanno riservato una grande attenzione all’arte e alla cultura, assieme ai servizi per la persona. Dove c’è cultura non c’è divisione e non c’è scontro, la cultura è coesione sociale. Un quarto delle nostre erogazioni vanno alla cultura e ai giovani, penso al bando “Funder 35” su circa ottanta imprese su tutto il territorio nazionale.
Guzzetti ha poi parlato della necessità per le Fondazioni di mantenere autonomia decisionale rispetto politica. Un’autonomia che ha resistito al tentativo di pubblicizzazione del 2002 grazie anche alle due sentenze della Corte Costituzionale che ne ha ribadito la natura privata:
Come spiegò il professor Zagrebelsky, relatore della sentenza in quell’occasione, le fondazioni operano nell’ambito di quei diritti fondamentali che attengono ai valori della Costituzione, diritti indisponibili al legislatore ordinario. Nello scenario odierno le Fondazioni spesso non si limitano a integrare le risorse pubbliche, ma suppliscono allorché i fondi pubblici sono del tutto insufficienti. Ritengo che lo Stato debba avere sempre rispetto dell’autonomia che non va intaccata e non deve essere messe a servizio degli Enti pubblici, ma sostenere le comunità locali. Nel mondo globale il valore della comunità locale va riscoperto
Al termine della Lectio Magistralis il presidente Guzzetti ha ricevuto il “Riconoscimento LuBec 2018” da parte dell’organizzazione della manifestazione.
Fondazione Cariplo promuove un ambizioso programma di affiancamento alle istituzioni culturali articolato in quattro grandi sfide a favore dell’innovazione nel settore culturale:
Nella esperienza di Fondazione Cariplo la cultura può diventare una leva di sviluppo sociale connettendo in maniera feconda gli ambiti della conservazione e fruizione del patrimonio con quelli dell’educazione, della formazione e della produzione culturale, nonché con i mondi della produzione economica e imprenditoriale. Solo in questo modo, infatti, la cultura può trasformarsi da “costo per la collettività” in occasione di crescita, sociale ed economica, per le imprese e le comunità. Questa è stata la linea che ha dato vita al progetto Distretti culturali che ha visto impegnata la Fondazione per molti anni con un cofinanziamento di circa 20 milioni di euro a 6 territori in Lombardia.
Da questo progetto sono gemmate esperienze successive basate quindi sulla scommessa di puntare non sui grandi interventi, talvolta inevitabili e necessari, ma soprattutto sulla diffusione di una logica di buona gestione del patrimonio: da un lato favorendo la rifunzionalizzazione dei beni promuovendo al loro interno l’avvio di attività e servizi in un’ottica di sostenibilità e dall’altro stimolando l’adozione di buone prassi di conservazione basate su diagnostica, prevenzione e manutenzione continua.
Questo secondo approccio, su cui la Fondazione è impegnata da 10 anni, consente di prevenire il degrado, riducendo i grandi cantieri, diminuendo il rischio di crollo, contenendo interventi costosi ed invasivi, a favore di operazioni puntuali, meno visibili e mediatiche, ma efficaci e sostanziali, consentendo peraltro un risparmio di risorse economiche e una costante conservazione nel tempo.
Gli interventi di recupero del patrimonio storico-architettonico acquisiscono senso, oltre agli aspetti conservativi e di sicurezza, quando diventano occasioni di cambiamento per il contesto in cui si trovano, tenendo sempre presente il coinvolgimento delle comunità e spingendole a riappropriarsi e a divenire custodi e protagoniste di questi luoghi.
La cura di un edificio, pertanto, ha senso e trova motivazione se si completa con l’inserimento attivo del bene nella società come patrimonio comune destinato a produrre nuovi valori. In questo senso obiettivo dell’area Arte e Cultura oltre agli aspetti tecnici indispensabili per corretta messa in sicurezza e prevenzione è quello di coinvolgere le comunità nella riattivazione di luoghi storici e questo può avvenire solo attraverso una legittimazione del patrimonio culturale intesa come conoscenza e riconoscimento di un valore. Questo è il primo passo verso la sensibilizzazione alla cura, alla custodia e la valorizzazione della nostra eredità culturale.
LuBeC – Lucca Beni Culturali è il forum internazionale dedicato allo sviluppo della filiera beni culturali – tecnologie – turismo, che si svolge ogni anno a Lucca in ottobre, oggi alla XIV edizione.
Il 2018 è stato dedicato alla riflessione sui temi dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, in linea con i suoi obiettivi generali: promuovere il ruolo del patrimonio culturale quale componente essenziale della diversità culturale e del dialogo interculturale; rafforzare il contributo del patrimonio culturale alla società e all’economia; promuovere il patrimonio culturale come elemento importante delle relazioni tra l’Unione e i paesi terzi. Un palcoscenico privilegiato per quella visione ampia e integrata della gestione e valorizzazione dell’eredità culturale che include materiale e immateriale e dialoga con l’innovazione tecnologica, la produzione delle imprese culturali e creative, i new media, l’industria e il terzo settore, come sempre sviluppando sinergie e puntando l’attenzione sul rafforzamento del binomio pubblico – privato.
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