Va’ Sentiero - Uno sguardo lungo 8.000 km
Da nord a sud, dal Friuli Venezia Giulia alla Sardegna. Un gruppo di 7 giovani esploratori ha percorso le Terre Alte d’Italia alla scoperta della bellezza e dell’autenticità dei luoghi, delle persone e delle tradizioni che vivono le nostre montagne. Un viaggio emozionante fatto di paesaggi e di storie umane che approda nelle sale di Triennale Milano dal 15 marzo al 7 aprile con la mostra “Va’ Sentiero - Uno sguardo lungo 8.000 km”, organizzata dall’Associazione Va’ Sentiero con il contributo di Fondazione Cariplo. La riscoperta delle Terre alte e delle aree interne e la loro tutela e valorizzazione rappresentano la visione che Fondazione Cariplo condivide con Va’ Sentiero: da qui il sostegno a questo importante progetto fin dal suo inizio nel 2019, e oggi alla mostra fotografica presso la Triennale di Milano.
Valorizzare il Sentiero Italia, portando sempre più persone a percorrerne il tragitto, significa attivare un circolo virtuoso di promozione dei territori toccati dal percorso, con ricadute economiche che potranno derivare da questo tipo di turismo lento.
Temi cari alla Fondazione e presenti nel suo operato (es. promozione del cicloturismo, resilienza dei territori, green jobs), ma soprattutto in AttivAree, un programma (2016 – 2020) dedicato alle aree interne: nelle Valli Trompia e Sabbia in provincia di Brescia e nell’Oltrepò Pavese sono state realizzate iniziative di sviluppo territoriale sostenibile, facendo leva sulle risorse delle comunità e valorizzando il patrimonio ambientale e culturale locali. Turismo, agricoltura, riqualificazione dei luoghi, ricerca scientifica, welfare sono i principali settori in cui sono stati realizzati gli interventi.
La rinascita dei territori: le azioni di AttivAree nelle Valli Trompia e Sabbia e nell’Oltrepò Pavese
Con AttivAree, la Fondazione ha voluto contribuire a diminuire le diseguaglianze territoriali in termini di accesso ai servizi e opportunità tra aree interne e centri urbani, mettendo in risalto il ruolo del Terzo Settore e dei giovani come attori chiave di un possibile cambiamento.
LE AZIONI SUI TERRITORI
In particolare, i due territori hanno investito sulla trasformazione e sull’innovazione digitale per rilanciare le attività economiche e dare risposte a cittadini e imprese. Nelle Valli Bresciane è stata rafforzata l’infrastruttura della banda larga ed è stato attivato il “Fascicolo Digitale d’Impresa”, un archivio telematico centralizzato che contribuisce alla digitalizzazione e alla semplificazione dei processi amministrativi.
L’Oltrepò Pavese ha invece sviluppato “La Banca della Terra”, una piattaforma digitale a disposizione dei residenti attuali e potenziali dell’Oltrepò, degli amministratori locali e di tutti i soggetti interessati a un uso produttivo dei terreni attualmente abbandonati o lasciati incolti. Lo strumento è costituito da una mappa interattiva per la ricerca dei terreni incolti o abbandonati, da esempi e modelli produttivi di coltivazioni possibili in Oltrepò e da una raccolta di bandi e iniziative sul tema dello sviluppo rurale.
Le Valli Trompia e Sabbia, oltre ad avviare un processo di trasformazione digitale, hanno attivato alcuni percorsi di design dei servizi e di coinvolgimento della comunità, che hanno portato alla nascita di “Linfa – servizi in movimento”. “Linfa” – sviluppata dall’omonima cooperativa di comunità - è una piattaforma per acquisti online di beni e servizi, dalla spesa, ai medicinali, alle prestazioni sanitarie, ma è soprattutto il prodotto di un’innovazione costruita e pensata come progetto territoriale, con l’obiettivo di valorizzare le botteghe dei piccoli borghi che vivono situazioni di sofferenza trasformandoli in veri e propri negozi multifunzione e offrire un importante servizio per cittadini della comunità. Durante il lock down, Linfa si è rivelata fondamentale.
L’Oltrepò Pavese ha messo a punto la figura del “maggiordomo rurale”, moderno factotum che facilita la vita delle famiglie che vivono lontane dai grandi centri abitati. Dalla partenza dell’iniziativa, le richieste sono state numerose e molto diverse tra loro: dall’assistenza agli anziani per i piccoli servizi domestici alle richieste delle famiglie per recuperare i bambini da scuola. Sempre nell’ottica di aumentare la coesione sociale nei territori dell’Appennino lombardo, è stata inaugurata la “Casa dei Melograni” nel comune di Pietra De’ Giorgi (PV). In collaborazione con AGAL (Associazione Genitori Bambini Leucemici), sono stati creati 6 alloggi per le famiglie dei bambini in cura presso l’ospedale di Pavia. Inoltre, le famiglie ospitate si possono avvalere del servizio di Auser per il trasporto e accesso alle cure. L’azione è un modello di ciò che significa fare rete e valorizzare le competenze e le specificità dei diversi attori presenti sul territorio.
Anche le Valli Bresciane hanno creato reti. I “Rebecco farmer”, prima rete di imprese agricole dei giovani del territorio che gestiscono il borgo rurale di Rebecco (Comune di Lavone) riqualificato a polo agricolo e turistico della Val Trompia. Il turismo è stato uno degli asset di sviluppo del progetto Valli Resilienti che ha portato alla nascita anche del “Circuito delle Valli Accoglienti e Solidali”, una rete turistica di servizi di accoglienza destinato e gestito anche dalle categorie più fragili. A inizio progetto erano 10 le strutture aderenti, oggi invece il Circuito conta 37 aziende tra agriturismi e strutture ricettive. Oltre che sul turismo etico, le Valli Bresciane hanno puntato sul turismo lento e sostenibile, realizzando “La Greenway delle Valli Resilienti”, un’infrastruttura verde che collega le alte Valli Trompia e Sabbia con la città di Brescia per attrarre i turisti amanti della bicicletta alla scoperta dei territori delle Prealpi bresciane. Grazie agli effetti positivi del programma AttivAree, ad agosto 2020 sono stati registrati più di 29.000 passaggi di ciclisti, contro i circa 19.000 registrati nel mese di agosto 2017 prima dell’inizio dei lavori.
Anche in Oltrepò Pavese il turismo è stato leva di sviluppo territoriale. In particolare, l’Appennino lombardo è una riserva preziosissima di biodiversità. Per rispondere alla costante crescita del turismo all’aria aperta, sono stati realizzati 6 “sentieri delle farfalle”, tra cui quello del Giardino all’interno del Parco del Castello di Verde che rappresentano un’incredibile opportunità di esperienza outdoor diversa: il butterfly watching, l’osservazione delle farfalle in natura che in questa zona sono rappresentate da oltre 50 specie. Per valorizzare e tutelare la biodiversità del territorio, è nato anche il progetto “VINO 2.0”. Venticinque aziende vitivinicole hanno aderito a un percorso di accompagnamento per preservare e incrementare gli elementi naturali all’interno dei vigneti. Con una gestione meno intensiva e più sostenibile, si sono ricreati habitat più idonei alla sopravvivenza di farfalle e uccelli, con risultati positivi su diverse specie protette, tra cui l’averla piccola, in generalizzato calo ma in aumento nell’area di sperimentazione del progetto.
L’esperienza di AttivAree è raccontata nel libro “AttivAree. Un disegno di rinascita delle aree interne” edito da Il Mulino, a cura di Giorgio Osti ed Elena Jachia.