NEET: diamo risposte concrete
Due giorni dedicati al fenomeno dei NEET -Not in Education, Employment or Training- giovani che non partecipano a percorsi di istruzione o formazione e nemmeno stanno svolgendo un’attività lavorativa, si sono svolti fra dibattiti, dati e progetti concreti. In particolare nella seconda giornata di convegno Fondazione Cariplo ha presentato i risultati del progetto NEETwork avviato nel 2015 in partenariato con Fondazione Adecco, Istituto Toniolo, CGM – Mestieri Lombardia e in collaborazione con Regione Lombardia.
Il Progetto NEETwork vuole contribuire all’attivazione di quei giovani dai 18 ai 24 anni, con un titolo di studio non superiore alla licenza media inferiore, disoccupati da almeno 6 mesi, che per svariati motivi hanno precocemente abbandonato gli studi e che si ritrovano esclusi dal mercato del lavoro perché privi di adeguate qualifiche o esperienze professionali. Dimostrare che di fronte a questo fenomeno preoccupante c’è un modello che può funzionare concretamente e che in questo caso poggia sulla disponibilità delle organizzazioni non profit ad accogliere questi ragazzi: questo è NEETwork.
I risultati del progetto
A un anno dalla presentazione dell’idea sono stati fatti grandi passi in avanti. Lancio della call pubblica, raccolta di circa 500 posizioni di tirocinio da parte si oltre 230 organizzazioni non profit, intercettazione e aggancio dei giovani, colloqui da parte delle agenzie per il lavoro e degli psicologi, matching con le organizzazioni. E soprattutto avvio dei primi 100 tirocini.
“Un paese che si definisce civile – ha detto Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo – non può accettare un livello di disoccupazione giovanile come quello che abbiamo oggi in Italia. Ma c’è una fascia di giovani ancora più debole, ed è quella dei NEET, per i quali la nostra Fondazione ha strutturato un progetto rivolto a mille giovani, partito un anno fa, sta dando risposte concrete, con ragazzi che vengono inseriti nelle organizzazioni non profit. Le loro storie sono significative e fanno ben comprendere come fosse la loro vita prima di aderire a questo progetto, è come oggi stia cambiando la loro prospettiva e fiducia verso il futuro. Questo è Progetto NEETwork: un progetto che recupera questi ragazzi finiti in un angolo. Non è un’iniziativa che risolve il problema, ma certamente una buona pratica che segna una via su come si possa cominciare a farlo”.
Il contesto
Secondo i dati raccolti nei primi sei mesi del 2016, sono circa 2,2 milioni in Italia, i Neet, cioè i ragazzi che non studiano e non lavorano (Not in Education, Employment or Training). La Lombardia con 260.000 Neet è la terza regione per presenza di giovani in tale condizione. Circa il 40% dei Neet 15-29enni ha un titolo di studio pari o inferiore alla scuola secondaria di primo grado (licenza media), tale quota sale al 42% tra il 15-24enni. Di fronte a questo fenomeno appare evidente la necessità di mettere in campo alleanze, responsabilità e strategie nuove in grado di aggredire il problema e contrastarne la continua crescita.
A chi si rivolge
Il progetto NEETwork si rivolge a 1.000 neet lombardi appartenenti alla fascia più fragile ovvero giovani con età compresa tra 18 e 24 anni, con livello di istruzione non superiore alla terza media, disoccupati da 6 mesi e con scarse o nulle esperienze professionali. Ragazzi che rischiano di perdersi.
Come li abbiamo trovati? Anche grazie a facebook
Sono giovani così sfiduciati che non vanno nemmeno più a portare un cv alle agenzie o non lo spediscono. Sono “fantasmi”, ma molto attivi su facebook; li abbiamo scovati e contattati attraverso i social, quasi un’operazione di intelligence a fin di bene, ovviamente. Un ruolo fondamentale lo hanno rivestito anche le mamme e le nonne che hanno risposto all’appello per loro e a cui Fondazione Cariplo si è rivolta con una campagna social dedicata dopo aver ricevuto moltissime telefonate di richieste di informazioni sul progetto. Le mamme si sono dimostrate reattive nello spingere i loro ragazzi ad attivarsi, anche questo ha funzionato ed è stato importante. Oltre alle campagne Facebook rivolte ai giovani e alle loro mamme, che hanno dimostrato l’efficacia di raggiungere i ragazzi con strumenti a loro più vicini, un numero significativo di neet è stato indentificato grazie alle banche dati dei centri per l’impiego e di Adecco.
Come funziona
Fondazione Cariplo, in partenariato con CGM-Mestieri Lombardia, Istituto Toniolo e Fondazione Adecco, ritiene l’alleanza con le organizzazioni del terzo settore un elemento imprescindibile alla realizzazione di questo progetto e ha chiesto agli enti non profit lombardi di collaborare affinché possano offrire a questi giovani un’opportunità concreta, mettendo a disposizione un’esperienza rimotivazionale attraverso un tirocinio remunerato di 4-6 mesi presso le proprie realtà con l’obiettivo di reinserirlo nel mercato del lavoro a partire da imprese non profit
I risultati a oggi
Sono già oltre 230 le organizzazioni non profit che sino ad ora hanno messo a diposizione del progetto circa 500 posizioni di tirocinio retribuito. I tirocini attivati sono circa 100 a fronte di un numero significativamente superiore di giovani contattati, molti dei quali rinunciano chi già dalle prime fasi, chi lungo il percorso di presa in carico. Infatti, i giovani coinvolti nel progetto presentano un profilo eterogeneo in molti casi con componenti di fragilità (personali, familiari, di insuccesso scolastico) che richiedono un lungo e complesso lavoro da parte degli operatori delle agenzie per il lavoro volto ad identificarne le passioni, farli riflettere sull’opportunità che si presenta loro, motivare i più sfiduciati e in molti casi “inseguirli” nonostante l’interesse precedentemente dichiarato. Per contro non mancano esperienze di riscatto di giovani che, una volta inseriti all’interno delle organizzazioni, reagiscono con entusiasmo e si mettono in gioco.