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La storia di John

La prima volta che è venuto al laboratorio La Grande Fabbrica delle Parole, John era arrivato da due settimane dalle Filippine. Inizialmente le maestre avevano mostrato qualche perplessità riguardo alla sua partecipazione al laboratorio insieme ai compagni. John non aveva ancora confidenza con la lingua italiana e le maestre si chiedevano cosa mai avrebbe potuto scrivere durante le ore di attività, visto che l'unica forma di comunicazione era un po' di inglese e molti gesti. Non è la prima volta che accogliamo una classe con bambini arrivati da poco da un altro Paese, che non conoscono l'italiano. È una condizione che si verifica spesso, soprattutto in una città multiculturale come Milano. Grazie alla metodologia applicata e affinata negli anni, abbiamo scoperto che esistono moltissimi modi per comunicare con loro, una lingua ponte, un gesto, o un foglio bianco e qualche pennarello colorato per dar voce alla loro fantasia. Con John abbiamo sperimentato qualcosa di nuovo. Durante le due ore di laboratorio, i bambini inventano e scrivono ognuno una storia, con l'aiuto dei tutor volontari della Grande Fabbrica delle Parole. E anche John mostrava il desiderio di voler scrivere una storia, proprio come i suoi compagni di classe. Stava seduto al tavolo con la penna in mano e il foglio davanti, senza sapere bene come fare a soddisfarlo, quel desiderio.È stato a quel punto che uno dei tutor volontari della Grande Fabbrica delle Parole gli si è avvicinato e gli ha rivelato che quel giorno avrebbe potuto scrivere la storia nella sua lingua. John ne era stupito e allo stesso tempo felice. La sua storia ha preso forma prima in inglese, oralmente, poi lui stesso l'ha scritta in filippino. Infine, durante la lettura, l'abbiamo tradotta insieme in italiano. Prerogativa fondamentale del laboratorio infatti, è mostrare ai bambini come la diversità sia una ricchezza, non un impedimento. Nel momento in cui in un bambino nasce l'urgenza di voler raccontare una storia, il modo in cui farlo si rivela un'opportunità, non una barriera. "La scrittura è una porta che si apre, non un muro da scalare" ha detto una volta una nostra volontaria.Un paio di mesi dopo John è tornato al laboratorio per il secondo modulo dei tre previsti per ogni classe. Memori dell'esperienza precedente, i tutor volontari, durante la stesura della storia, gli hanno chiesto se voleva procedere allo stesso modo, scrivendo nella sua lingua madre e comunicando in inglese. John ha dato un'occhiata al foglio, ha preso in mano la penna e senza timore, ha detto che quella storia avrebbe provato a scriverla in italiano. E così è stato.  
 
1.Un momento del laboratorio

Cos'è la Grande Fabbrica delle Parole

Il laboratorio di scrittura La Grande Fabbrica delle Parole è un laboratorio gratuito di scrittura creativa per le scuole elementari e medie, aperto a tutti e rivolto in particolare a bambini e ragazzi a rischio di marginalizzazione culturale. Nasce grazie a Insieme nelle terre di mezzo Onlus nel 2009 a Milano, nel quartiere più multiculturale della città, tra via Padova e il Naviglio Martesana. Oggi ha sede presso l'Ex Fornace, in Alzaia Naviglio Pavese. Dal 2009 a oggi più di 5000 bambini e ragazzi hanno partecipato ai laboratori.
Ispirata al progetto 826 Valencia, scuola no profit di scrittura con sede a San Francisco, creata dallo scrittore Dave Eggers e dell'educatrice Nìnive Calegari, La Grande Fabbrica delle Parole ha contribuito a creare una rete internazionale che comprende 18 centri di scrittura in tutto il mondo.
Il punto di partenza della attività del progetto è la creazione di uno spazio di ascolto creativo: accogliere l'urgenza comunicativa dei bambini e dei ragazzi e successivamente cercare insieme le parole per esprimerla e soddisfarla.
È così che La Grande Fabbrica delle Parole si impegna a difendere e promuovere il diritto all'espressione dei più piccoli, sancito dall'art.13 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Ogni attività è studiata e predisposta per garantire l'accessibilità e l'inclusione di tutti, a qualsiasi livello di competenza linguistica.
Durante il laboratorio, attraverso la scrittura e le interviste a scrittori e scrittrici del calibro di Giorgio Fontana, Ilaria Bernardini o lo stesso Dave Eggers, i bambini si confrontano con il mondo della cultura da pari, prendono consapevolezza del proprio diritto di espressione e lo esercitano senza alcun timore.
Sempre nell'ottica dell'accesso alla cultura, il modulo "I quadri raccontano le storie" prevede che i bambini si confrontino con le opere d'arte del Museo del Novecento e del Museo degli Strumenti Musicali del Castello Sforzesco e scrivano una storia ad esse ispirate. Il fine di questo laboratorio è di mostrar loro come l'arte e i musei in particolari, siano luoghi in cui sentirsi a casa, accessibili a tutti.
Inoltre ai laboratori partecipa una classe per volta ed è sempre un momento di partecipazione, in cui si sperimenta un esercizio democratico insieme ai propri compagni: a un momento corale di costruzione e proposta di una storia segue sempre, in solitaria, la scrittura del proprio finale.
Avendo la possibilità di esprimersi in un ambiente accogliente dei propri bisogni e del delle proprie abilità, i bambini e i ragazzi che partecipano al laboratorio sperimentano un sentimento positivo, che li accompagnerà nel tempo: la sicurezza di avere un talento e di poterlo comunicare li renderà più disponibili ad aprirsi agli altri, un circolo virtuoso su cui si basa la coesione sociale.
Così la scrittura diventa un luogo che tutti hanno il diritto di abitare: perché le parole siano sempre per tutti, nessuno escluso!
2.Scrittura al laboratorio