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Housing sociale: la storia di Vittorio a Cenni di Cambiamento

Vittorio e Giovanna abitano all’ultimo piano. Nelle giornate di sole dalle porte-finestre del soggiorno si vedono le montagne, dalla camera da letto lo stadio di San Siro domina la visuale. Siamo a 5 chilometri dal centro di Milano. Sul terrazzino tante piante, fra cui un limone e altri splendidi fiori.

Vittorio, 78 anni, e Giovanna, 71, si sono trasferiti a Cenni di Cambiamento nell’ottobre del 2013. 

Hanno letto il bando, per caso. Hanno detto “facciamo domanda” e pochi mesi dopo erano nel loro bilocale tutto nuovo, con le fotografie appese alle pareti, la libreria di legno recuperata dal vecchio ufficio e la cucina bianca. Hanno ottenuto un appartamento in affitto a canone convenzionato con patto di futura vendita, fra qualche anno cioè la casa potrà essere loro.
Sono pochi gli inquilini di Cenni che hanno superato gli “anta”. Vittorio dice che a spanne i giovani sono il 90%: single, coppie, famiglie con bimbi piccoli. Ha ragione: il bando per abitare Cenni di Cambiamento era dedicato prevalentemente agli under 35.
Ma la differenza di età non crea nessun problema di convivenza anzi, crea interesse. Vittorio ha vissuto il Sessantotto a Trento, alcuni ragazzi erano curiosi di quella esperienza, che ora sembra tanto lontana. Così negli spazi comuni messi a disposizione per le attività del condominio, le feste dei bambini, i corsi di danza e di cucina, una sera Vittorio ha raccontato dei suoi anni da universitario, di come ha vissuto quel periodo, delle lotte e degli ideali. Anche questo è housing sociale. Ma non solo…

Housing sociale 1Vivere un progetto di abitare sostenibile e collaborativo vuol dire avere servizi collettivi, zone ricreative e culturali e tante attività per creare  una rete di rapporti di buon vicinato solidale. “Ancor prima di venire ad abitare qui, siamo stati convocati da Roberta Conditi (Fondazione Housing Sociale, ndr) e dall’associazione DAR=CASA (gestore sociale, ndr). Ci hanno spiegato il significato di vivere secondo questo progetto, abbiamo preso decisioni insieme e così abbiamo iniziato a parlarci fra inquilini. Quando ci siamo trasferiti conoscevamo già tutti!” racconta Vittorio. Che specifica: “Al contrario dei soliti condomini qui le decisioni non si prendono a maggioranza per alzata di mano, bisogna trovare una soluzione condivisa che stia bene a tutti. Ogni tanto è faticoso eh, bisogna saper mediare!”
E bisogna anche sapersi organizzare, perché di cose da fare ce ne sono tante, ma insieme è più facile. Nell’androne di ogni scala ci sono bacheche piene di foglietti. “Sono tutte le attività che facciamo nelle zone comuni o in quelle delle associazioni. Se una mamma vuole organizzare la festa per il suo bambino chiede la disponibilità e ottiene lo spazio. Ma non solo feste di compleanno: facciamo corsi di ballo, di cucina, di lingua. Un’associazione ha prestato le sue sale per una festa di matrimonio, qui nel condominio! C’erano tanti invitati, bellissimo. Ma ciascuno può proporre qualcosa, può scriverlo anche sul gruppo di  Facebook o via mail e noi rispondiamo. Un inquilino appassionato di giardinaggio si è preso la briga di organizzare un incontro con uno specialista del verde che ci ha insegnato qualche tecnica. Ora c’è un gruppetto di abitanti che si occupa delle aiuole e degli orti al secondo piano di ogni complesso!” 
Il valore aggiunto poi lo danno le associazioni non profit che hanno sede qui a Cenni. “Si occupano dell’inserimento e della formazione di ragazzi difficili o di quelli che hanno qualche disabilità. Lo vede quel muro laggiù? Lo hanno dipinto i giovani del quartiere, è bello no?” continua Vittorio.
“Il bello di abitare qui è incrociarsi e dirsi ciao, ti fa sentire parte di qualcosa. Ho sempre vissuto in un condominio dove a mala pena ci si salutava sul pianerottolo, ora mi sento parte di una comunità, collaborativa e solidale. Beh poi ci sono anche tanti vantaggi pratici: io e Giovanna per la prima volta avremo una casa di proprietà. Però anche un po’ di poesia nella vita non guasta, no?”

 

Approfondisci: Quali sono le caratteristiche dell’housing sociale?
  • l’interazione tra soggetti pubblici e privati;
  • l’assunzione come target sociale di diverse fasce della popolazione, con riferimento al reddito o focalizzandosi sulle esigenze di particolari categorie (come gli anziani, i precari, i disabili, le famiglie monogenitoriali, i giovani, ecc.);
  • l’offerta di differenti soluzioni abitative e di contratto e/o di accesso, corrispondenti ad una ricca e diversificata composizione sociale;
  • lo sviluppo di interventi con destinazioni miste (ossia residenziali, commerciali, culturali-ricreative o anche per attività artigianali);
  • l’apertura del proprio campo d’azione a servizi di varia natura: socioassistenziali, sanitari, di accompagnamento, o servizi finanziari e di sviluppo della comunità rivolti sia ai residenti che al vicinato; il coinvolgimento dei residenti nei processi decisionali per la gestione della comunità e delle residenze. 
    (fonte: http://www.fhs.it/

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