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#Periferie: Coltivazione e socialità con il QuOrto di Quarto Oggiaro

All’interno di Semi di Comunità, progetto di coesione sociale avviato nel 2013 grazie al supporto di Fondazione Cariplo e che interessa il quartiere di Quarto Oggiaro a Milano, lo scorso marzo nasce, nella zona del quartiere vicina alla Stazione di Certosa, l’orto-giardino urbano QuOrto.

Cosa c’era prima

L’avvio di QuOrto ha consentito di aprire ai cittadini, dopo diversi anni, un’area di circa 6000 mq, precedentemente adibita a parcheggio, successivamente abbandonata, percepita dagli abitanti del quartiere come un luogo degradato, minaccioso. Non a caso i nostri primi ingressi nell’area hanno visto l’inaspettato arrivo delle Forze dell’Ordine, avvertite da qualche cittadino preoccupato. Con il passare delle settimane il clima è decisamente cambiato, la nostra iniziativa è stata accolta con curiosità, interesse, partecipazione. Oggi l’orto urbano occupa circa 600 mq, ma il resto dell’area, grazie all’intervento dell’ente proprietario e di cittadini e organizzazioni del quartiere (associazioni, scuole professionali), è stato messo in sicurezza e oggi è sottoposto a periodica manutenzione e cura del verde.

Cosa c’è adesso

QuOrto è oggi, prima di tutto, come dice il suo stesso nome, un orto, ovvero un luogo in cui, in un territorio di periferia metropolitana ad alta urbanizzazione (ma che non troppi decenni fa era “campagna”), è possibile (ri)entrare in contatto con la terra, con i suoi prodotti e, insieme, è un luogo in cui coltivare relazioni, incontrare e conoscere altre persone, collaborare, contribuire insieme al miglioramento ambientale del proprio territorio, vedere, letteralmente, i frutti del proprio impegno, infine condividere, con gli altri ortisti urbani, uno spazio-bene comune, con regole di comportamento e gestione che vengono elaborate insieme e diventano occasione per conoscersi, costruire connessioni, fare gruppo.

L’interesse degli abitanti di Quarto Oggiaro è stato decisamente superiore alle aspettative. I primi cittadini con cui siamo entrati in contatto sono stati, ovviamente, coloro che vivono più vicino all’area, ma ben presto le richieste sono aumentate, provengono da tutto il quartiere, siamo oggi costretti a una lista d’attesa, non potendo al momento, per ragioni di risorse, ampliare l’area coltivabile. L’orto urbano si è inoltre rivelato un dispositivo capace di attrarre persone che non appartenevano ai circuiti dell’associazionismo e del volontariato, alcuni giovani, molte donne, persone, ci piace pensare, che, al di là di un’esperienza personale, in questo modo hanno deciso di giocarsi un proprio ruolo per la vita del quartiere, per il bene comune dei suoi abitanti.

Oggi QuOrto non è frequentato unicamente dagli ortisti, ma ospita eventi, cene, presentazioni di altri progetti e iniziative, laboratori educativi aperti alla cittadinanza (ai più grandi e ai più piccoli, agli abitanti storici e a chi da poco è arrivato in quartiere) e dedicati a conoscere le conseguenze dei nostri comportamenti di consumo, ad adottare stili di vita più sani e sostenibili in termini ambientali e sociali. Il QuOrto è quindi un nodo che interagisce con altre realtà attive nel quartiere, dalle scuole (primarie, secondarie, formazione professionale), all’associazionismo di promozione sociale, al volontariato, ai Servizi, si tratti di attività di coltivazione condivisa e formazione agrotecnica, o dei laboratori sugli stili di vita, ai momenti di festa e socializzazione, alla cura di uno spazio comune che vuole essere “pubblico” nel senso più pieno della parola: aperto, accogliente, vissuto.

Cosa ci sarà domani

A meno di un anno dalla conclusione di Semi di comunità, è naturale interrogarsi sul futuro del QuOrto, come delle altre attività messe in campo dal progetto. Nella strutturale incertezza e provvisorietà che caratterizza le sperimentazioni sociali, possiamo comunque tracciare delle ipotesi di lavoro, prefigurare alcuni esiti desiderati. In primo luogo, ovviamente, la continuazione dell’esperienza: questi ultimi mesi di progetto saranno dedicati ad accompagnare gradualmente il gruppo di ortisti urbani e il Circolo associativo territoriale di cui fanno parte ad assumere piena autonomia e responsabilità rispetto a questo bene comune del quartiere. D’altra parte, sarebbe sbagliato cristallizzare e bloccare un’esperienza simile, da cui l’obiettivo, il desiderio, di aprire al quartiere e alla città di Milano anche il resto dell’area, ovvero tutti i 6000 mq, in modo che QuOrto possa innescare nuove attività, ad esempio legate al lavoro, all’imprenditorialità, all’agricoltura sociale, e soprattutto possa continuare a essere occasione per connessioni, condivisioni, coprogettualità.

Giuseppe Imbrogno, per informazioni: 027723201 – Facebook: Semi di Comunità

 

 

 

 

 

 

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