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XXV Rapporto ISMU sulle migrazioni

In occasione del XXV Rapporto sulle migrazioni, ISMU ripercorre l’andamento dei flussi migratori che negli ultimi 25 anni ha visto crescere la popolazione straniera da quasi 922mila residenti (1998) a 6 milioni e 222mila presenti (regolari e non, stima Ismu al 1° gennaio 2019). Nell'ultimo quarto di secolo la presenza dei migranti si è consolidata, stabilizzandosi. Basti pensare che le acquisizioni di cittadinanza dal 1998 al 2018 (incluso) hanno raggiunto un totale di 1.365.812. Il radicamento della popolazione immigrata ha inciso su diversi aspetti del nostro Paese, dalla scuola al mercato del lavoro. Il trend degli alunni con cittadinanza non italiana nell'ultimo quarto di secolo ha attraversato tre fasi (di avvio, accelerazione, stasi): dalle 50mila presenze dell'anno scolastico 1995/96 si è arrivati alle 842mila – ormai stabili - del 2017/18. I lavoratori stranieri da presenza invisibile e silenziosa sono passati ad essere una componente strutturale del sistema produttivo. Il quadro che emerge da questi ultimi 25 anni porta ad affermare che per la stragrande maggioranza dei migranti residenti in Italia, l'integrazione procede silenziosamente e in modo sostanzialmente positivo, anche se non si può negare che esistono ostacoli e zone d'ombra.

L'immigrazione al 1° gennaio 2019

Fondazione ISMU stima al 1° gennaio 2019 una presenza in Italia di 6 milioni e 222mila stranieri su una popolazione di 60 milioni e 360mila residenti (oltre uno straniero ogni 10 abitanti). Rispetto alla stessa data del 2018, l'incremento degli stranieri presenti è stato dell’1,9%­ (mentre tra il 2017 e il 2018 la variazione era stata del 2,5%), dovuto in gran parte alla crescita della componente irregolare (+5,4%), pari a 562mila unità, che però appare ridimensionata rispetto al 2017 (+8,6%) e al 2016 (+12,9%). Tra i presenti l’84% è regolarmente iscritto in anagrafe, il 6,5% è regolare ma non iscritto in anagrafe, mentre il 9% è privo di un valido titolo di soggiorno. Le persone provenienti da Paesi Terzi sono 4 milioni e 443mila unità (inclusi i non iscritti in anagrafe e gli irregolari). Nel 2018 sono stati rilasciati 242mila nuovi permessi di soggiorno, con una riduzione (dovuta al calo dei permessi rilasciati per motivi di asilo o umanitari) dell’8% rispetto al 2017. Aumentano invece i permessi di soggiorno rilasciati per lavoro, studio, e famiglia. Cresce anche il peso della componente femminile che nel 2018 rappresenta oltre il 45% dei nuovi ingressi, contro il 39% del 2017. Nel 2019 poi abbiamo assistito a un importante rallentamento degli sbarchi che sono stati 10.707 al 28 novembre. 

Alla riduzione degli sbarchi non è seguita una proporzionale contrazione delle richieste di asilo. Passando all'analisi degli esiti delle richieste di asilo si evidenzia che la percentuale dei dinieghi è passata dal 30% delle decisioni di prima istanza del 2013 all'80% nei primi sette mesi del 2019. La proporzione dei dinieghi, crescente negli anni, ha fatto registrare un ulteriore rialzo a seguito dell'abolizione della protezione umanitaria. Tale abolizione avrà un significativo impatto sulla presenza irregolare, di cui però non è quantificabile con sicurezza l’orizzonte temporale, grazie alla non retroattività della norma che presumibilmente darà luogo a sentenze positive in fase di appello.

Sul fronte lavorativo, si segnala che la popolazione straniera in età da lavoro (tra i 15 e i 64 anni) nel 2018 in Italia è giunta a sfiorare i 4 milioni e che gli occupati sono circa 2 milioni 455mila, oltre 32mila in più rispetto all’anno precedente. Gli stranieri rappresentano il 10,2% della popolazione in età attiva, il 10,6% degli occupati, il 14,5% dei disoccupati e l'8,6% degli attivi. Il tasso di disoccupazione – nonostante la lieve contrazione dell'ultimo anno – è più alto tra gli stranieri (14%) che tra gli italiani (10,2%). Si segnala che la concentrazione nei lavori meno qualificati rende gli stranieri particolarmente numerosi tra i working poor: nel 2018 i lavoratori extracomunitari hanno percepito una retribuzione media annua pari a 13.992 euro, inferiore del 35% a quella del complesso dei lavoratori. Passando al sistema scolastico italiano, dopo lo stop e quella che avevamo definito “la crescita zero del 2015”, il numero degli alunni stranieri con cittadinanza non italiana ha ripreso ad aumentare crescendo nell'a.s. 2017/18 di 15mila unità, a fronte di una continua flessione degli alunni italiani, che invece sono diminuiti di 93mila presenze. In totale gli alunni stranieri sono 842mila, pari al 9,7% del totale degli iscritti nelle scuole italiane, dall'infanzia alle secondarie di secondo grado. ISMU stima che al 1° gennaio 2019 la presenza complessiva delle seconde generazioni in Italia di età compresa tra gli 0 e i 35 anni (nate in Italia da almeno un genitore straniero o giunte minorenni) è di 2.825.182.

ISMU prende in esame anche gli atteggiamenti degli italiani nei confronti dell'immigrazione: dalla maggioranza dei sondaggi è emerso che oggi i cittadini italiani sono per la maggior parte favorevoli alla chiusura dei porti. È significativo segnalare come all'inizio del 2018, l'orientamento fosse differente: il 49% degli italiani riteneva che l'accoglienza era da privilegiare rispetto al respingimento, mentre solo il 44% era a favore dei porti chiusi.

Ormai l’immigrazione è diventata una delle principali questioni dibattute non solo in Italia ma anche nell’Unione europea e nei singoli Paesi che la costituiscono.

Sono questi alcuni dei principali dati del XXV Rapporto sulle migrazioni 2019, elaborato da Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) e presentato a Milano. 

Al convegno, patrocinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, realizzato con il sostegno della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea e di Fondazione Cariplo, e moderato dal vicedirettore del Corriere della Sera Venanzio Postiglione, hanno partecipato in ordine di apparizione: Franco Anelli, Rettore Università̀ Cattolica del Sacro Cuore; Mariella Enoc, Presidente di Fondazione ISMU; Massimo Gaudina, Capo della Rappresentanza a Milano della Commissione europea; Vincenzo Cesareo, Segretario Generale di Fondazione ISMU; Livia Ortensi, Responsabile Settore Statistica di Fondazione ISMU;  Laura Corrado, Capo Unità Legal Pathways and Integration, DG Migration and Home Affairs, Commissione europea; Simona Ragazzi, Giudice per le indagini preliminari, Tribunale di Catania; Ennio Codini, Responsabile Settore Legislazione, Fondazione ISMU; Laura Zanfrini, Responsabile Settore Economia e Lavoro, Fondazione ISMU.

L'evento ha visto anche l’intervento di Carlotta Sami, Portavoce UNHCR per il Sud Europa, sul tema Rifugiati in Italia, possibili azioni per una effettiva inclusione.

Nel corso del convegno è stato assegnato il riconoscimento Fondazione Cariplo-Fondazione Ismu 2019 alle undici autrici dell’antologia Future, il domani narrato dalle voci di oggi, e alla sua curatrice, Igiaba Scego, scrittrice italosomala di seconda generazione. 

Premiate undici donne

Undici donne afroitaliane sono le autrici di Future, il domani narrato dalle voci di oggi, antologia a cura della scrittrice italosomala Igiaba Scego. Nei loro nomi sono incise le loro radici, ma anche il loro futuro. Undici voci narranti per undici storie diverse che si uniscono per tessere un'unica trama che racconta tanti spaccati dell'Italia di oggi. In occasione della presentazione del XXV Rapporto ISMU 2019 sulle migrazioni, le undici autrici di Future, vengono premiate con un riconoscimento della Fondazione Cariplo e di Fondazione ISMU, una scultura in ottone disegnata da Marco Cecere e realizzata dal Laboratorio Avventura di Latta di Napoli, officina di artigianato artistico con migranti africani“perché attraverso le loro storie di vita, ci hanno fatto conoscere chi sono le nuove donne italiane di origini africane e quali sono le loro difficoltà. Un punto di vista importante che scardina vecchi stereotipi e che è un monito per la costruzione di un'Italia più giusta e più inclusiva”.