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Accoglienza e autonomia per le donne migranti

Nel territorio lombardo ci sono molte esperienze attive di accoglienza per migranti e soggetti impegnati a dare assistenza alle donne in situazioni di emergenza. Mancava – sino a oggi – quell’esperienza particolare di intervento e di sostegno alla donna migrante rispetto alla violenza subita e ai traumi vissuti dall’inizio alla fine del percorso, con la metodologia e le pratiche proprie dei Centri Antiviolenza, elaborata per la prima volta da CADMI oltre 30 anni fa.

I racconti delle donne sbarcate dalla ormai nota nave Diciotti ci confermano che non si può davvero più attendere nel dare risposte competenti, oltre che concrete. Oggi, quella competenza rivista e costantemente aggiornata viene messa a disposizione di donne migranti che hanno l’esigenza di un percorso di accompagnamento per raggiungere le autonomie fondamentali per dare compimento alla loro ricerca di libertà.

Grazie a una importante donazione privata e alla concessione in comodato d’uso gratuito di un immobile, adeguatamente ristrutturato, CADMI ha potuto progettare Un viaggio per la libertà, con il fondamentale intervento di Prefettura di Milano e l’ulteriore contributo economico di 100 mila euro donato da Fondazione Cariplo.

Obiettivo del progetto, che avrà inizio da ottobre prossimo, è il raggiungimento delle tre autonomie fondamentali per il futuro delle donne accolte:

  • Autonomia emotiva: una casa protetta, con operatrici esperte (educatrici e psicologhe) presenti h24; percorsi psicologici con psicologhe esperte di gestione del trauma, individuali e di gruppo.
  • Autonomia economica: con il supporto dello sportello lavoro di CADMI e grazie a varie possibilità di formazione, le donne ospiti potranno ambire alla propria autonomia economica.
  • Autonomia abitativa: grazie ai passaggi precedenti, la conclusione del progetto di ogni donna arriverà con la conquista dell’autonomia abitativa per un vero inserimento nella nostra società.

 “Noi ci abbiamo creduto e, grazie alle donne che ci sostengono da sempre, abbiamo potuto iniziare a pensare di realizzare questo progetto. Oggi, con la collaborazione del Prefetto Lamorgese e con il contributo economico di Fondazione Cariplo, sappiamo che il progetto potrà procedere speditamente, come auspicavamo. La realtà sta confermando quello che ipotizzavamo. Sempre più donne rifugiate necessiteranno, per poter vivere un futuro sereno e libero, di affrontare seriamente i traumi causati dalle violenze subite. Noi ci siamo e, come nostra abitudine, faremo tesoro dell’esperienza per condividere le buone pratiche con chi agisce come noi sui territori” – dichiara l’Avvocata Manuela Ulivi, Presidente della Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate -CADMI.

"Le persone in difficoltà sono sempre di più, purtroppo. La povertà avanza, il sistema di welfare non regge. Le famiglie sono alle prese con problemi quotidiani a cui Fondazione Cariplo cerca di dare risposte: con il progetto Qu.Bì, ad esempio, per la povertà dei bambini milanesi, con il Programma Lacittàintorno per rigenerare le periferie della città, con Welfare in azione che punta a trovare nuove soluzioni, portare supporto e sollievo alle famiglie alle prese con la disabilità, genitori anziani, congiunti malati e disagio giovanile – dice Giuseppe Guzzetti, Presidente di Fondazione Cariplo – Accanto a questi problemi a cui stiamo dedicando da tempo attenzione  risorse, oltre sessanta milioni di euro con le tre iniziative citate, non possiamo dimenticare l’emergenza e il dramma che si ritrovano a vivere le donne che arrivano in Italia. La Costituzione riconosce a tutti gli individui i diritti fondamentali. A ciascun individuo si riferisce il precetto di non fare agli ciò che non vuoi che venga fatto a te.  Queste donne vivono vicende e condizioni disperate. Non potevamo non dare il nostro contributo in un’iniziativa come “Un Viaggio verso la Libertà” realizzato dalla Casa di Accoglienza delle donne Maltrattate, in collaborazione con la Prefettura di Milano. La presenza delle istituzioni qui oggi mostra ancora una volta il valore della collaborazione tra Pubblico, privato e privato sociale”.

Per il Prefetto di Milano Luciana Lamorgese: “La Prefettura ha deciso di sostenere questo progetto affinché il viaggio intrapreso da queste donne dai loro paesi di origine verso l’Italia sia veramente un viaggio verso la libertà. Investire risorse ed energie in un progetto che supporta il percorso di emersione dalla violenza e l’integrazione della componente più vulnerabile e più fragile dell’immigrazione, serve a rafforzare la coesione e la stabilizzazione sociale. Il merito delle istituzioni coinvolte è stato quello di avere colto la straordinaria portata di questa iniziativa che unisce la duplice esigenza di assicurare da un lato la dovuta assistenza alle vittime di violenza e dall’altro il loro inserimento in specifici percorsi di inclusione. Anche in questo caso, la rete istituzionale e la collaborazione con il privato si è rivelata di fondamentale importanza per leggere la complessità del sociale ed individuare e supportare le iniziative che meglio contribuiscono alla tutela dei soggetti più vulnerabili, nell’interesse generale”.